Sembra così irreale a volte la grande felicità che uno
prova, confusa e attratta dalla mente, capace di rovinare tutto in così breve
tempo, così tanto breve da rendere la felicità irreale... come se non si
riuscisse in tempo a viverla ed a conservarne il ricordo...
Ti capita di ritornare a casa, a piedi dopo tanto tempo,
tenendo la bici in mano con la voglia di fare una passeggiata al rientro da una
riunione buddista, sentire una voce che ti richiama dall’angoscia dei pensieri
chiusi e rimanere lì a goderti l’aiuto rivolto ad una persona che ha chiesto
aiuto proprio a te... proprio nel giorno in cui hai deciso di tenere la
bicicletta in mano, di andare a velocità umane così che magari gli altri possano
raggiungerti e salvare te...
È così che nasce uno shakubuku, perchè vuoi condividere la
felicità.. magari una felicità tanto nascosta, nascosta così bene da gustartela
solo dopo che l’evento è ormai finito... come un sapore lasciato dall’ultimo
togo che si è sciolto in bocca, sapendo che sarebbe stato l’ultimo togo...
Ora un treno lo attende per milano, como e poi la svizzera,
un filo meno affamato almeno per oggi, al riparo dallo stato che vuole rimandarlo a
casa... Omar il marocchino e Stefano il sardo in un abbraccio che mi dispiace non
averlo goduto fino in fondo..quasi...
Spero di ricevere presto la telefonata del suo arrivo...
Settimane passate a nascondersi dalla vita, in preda alla
vergogna, al rimorso, ai rimpianti e la vita affamata di vita raggiunge te...
attendevo queste lacrime da settimane... finalmente siete arrivate