domenica 10 gennaio 2016

Si può soffrire anche senza odiare o scappare

E' difficile raccontare ciò che è successo oggi. Difficile perché è complicato lasciarsi andare ed avere il coraggio di comporre un promemoria per la mia vita. E' difficile, ma lo farò e basta.


Oggi è successo quel che spesso è successo con Eli... in un momento di mia sofferenza e di mia e sua apertura ed accoglienza, non ho avuto il coraggio di starci dentro fino in fondo, e di stare dentro al dolore ed alla sofferenza in maniera dignitosa. La mia mancanza di filtri ha fatto il resto... Raccontare un pensiero fittizio passato per la mente durante la disperazione del pianto, un pensiero temporaneo e giusto solo a metà: "la mia mente è contrastata tra il volerti bene, mille altri pensieri e l'idea che quando andrai a Malaga ti leverai dal cazzo.. e mi vergogno di questo pensiero e mi dilania". Testuali parole...



Come si può essere così crudi? E come si può scappare dalla spiegazione di questa frase? o meglio.. ci ho provato, ma non riuscendo a stare nella sofferenza, a viverla in maniera dignitosa, non son stato capace di raccontarla appieno, nonostante la buona volontà di aprirmi ed il coraggio di farlo realmente, ma parzialmente.

Si può soffrire. Si può confessare qualcosa. Ma bisogna soffermarsi sulla sofferenza, senza il timore di gustarla, per fare tesoro del suo sapore. Per renderla utile questa sofferenza, per renderla importante e profonda e matura, non più acerba. C'è da starci nella sofferenza. C'è da approfondirla ed usarla per farne tesoro ed aiutare gli altri nel momento in cui patiscono le stesse cose. E più semplicemente per usarla nell'esatto istante in cui avviene, senza scappare, magari senza filtri, o magari con filtri per le cose più temporanee e dettate solo dallo sclero e dalla confusione. 


Che casino stare nella sofferenza. Forse è l'insegnamento più importante che uno può apprendere... soffrire con dignità e completezza di se. Non è mai facile. Spero sia sempre possibile.


 

sabato 9 gennaio 2016

La comprensione e la crescita

Si cresce anche così. Credo soprattutto così. Con dure batoste e con pesanti schiaffoni. Anche quando la realtà è molto più complessa della facilità che la gente ha nel tirare schiaffi piuttosto che capire...


mercoledì 11 novembre 2015

Il Cactus

La prima volta che lessi questo post, di questa persona sconosciuta della quale seguivo spesso le vicende, rimasi molto colpito... mi ricordava parti della mia storia appena finita...

ieri come ora... questo post mi mette i brividi ed una malinconia senza limiti... ma anche una strana speranza...

* In My Secret.. The Silence *: Il Cactus:

E' come una piantina di cactus.
Le dai il tuo amore, la curi, l'annaffi, le parli.
Lei cresce, bella, gioiosa, verde.
I suoi aculei fanno male se premi troppo, ma se stai attento e ti limiti ad accarezzarli possono farti un dolce solletico.
Ed incredibilmente spuntano i boccioli.
Sono ancora chiusi, ma se hai pazienza presto li vedrai trasformarsi in brillanti fiorellini fucsia.
Ed è un buon segno, perchè vuol dire che le tue attenzioni sono state fondamentali per lei.
Vuol dire che l'hai amata nel modo giusto, e lei ti sta per ripagare dello sforzo fatto donandoti un fiore, due fiori, tre, di un colore così intenso e accesso, come l'amore che anche lei ha da darti.
Lei è pronta a ringraziarti per averla fatta diventare così bella, per averla amata, ma improvvisamente cominci ad essere impaziente.
Vuoi che i suoi fiori sboccino velocemente, subito, a comando.
Vuoi che anche deboli, e ancora un po' verdi, si aprano i boccioli.
E pressi, e premi, e insisti, e non dai più amore, ma imposizione.
La piantina ha i suoi tempi, non può fiorire a dicembre, deve aspettare la primavera, ma se avrai pazienza vedrai che gioia proverai
quando i suoi fiori sbocceranno per te.
Tu non vuoi sentire ragioni, pensi sia giunto il momento di ricevere, perchè hai dato troppo, perchè non hai voglia di aspettare.
Così smetti di innaffiare, e smetti di accarezzare.
Smetti di curarla, e insisti, insisti, insisti.
Insisti perchè questi boccioli si aprano ora, prima, non dopo.
Non sai che per ottenere ciò, non serve smettere di nutrire e pretendere, ma anzi, è necessario donare e amare il doppio.
Vuoi che i fiori sboccino subito? Allora non basta più la sola luce del giorno. Allora è il caso che la metti in serra, e che tu le stia vicino, notte e giorno. Le dovrai dare qualche rinforzante, dovrai starle vicino e seguire i suoi ritmi che tu hai sballato, e forse, solo così riuscirai a vedere presto un fiore.. Con un unico rischio però.
Che sì, si aprano i boccioli, ma che i fiori rimangano sciapi, deboli, e in poco tempo marciscano.
Quale gioia più triste c'è nel vedere tutto il tuo lavoro e la tua dedizione compiersi in un fiore marcio, un fiore dai colori spenti, che non sopravvive per più di qualche istante?
Perchè tanta fretta? Perchè non rispettare i veri tempi?
Eppure quando credi che ormai sia fatta, quando vedi i boccioli, sai che ci vuole poco, ma veramente poco per vedere un bel fiore.
E tu che fai? Rovini tutto il tuo duro lavoro così?
Smetti di darle da bere, smetti di preoccuparti per lei. Pretendi, imponi, vuoi?
Senza le attenzioni e l'amore, i boccioli non hanno più abbastanza forza per aprirsi, e prima ancora di fiorire marciscono da dentro.
Il fiore così bello che ti aspettavi di vedere non riuscirà a sbocciare, almeno non per questa primavera..
Dovrai tagliarle i boccioli che ormai le fanno solo più male, e aspettare, e ricominciare da capo.
Ripartire dai suoi aculei pungerti, amarla teneramente, curarla e innaffiarla.
Dovrai rifare tutto da capo, con molta pazienza, con molta attenzione, con la speranza che riesca a donarti finalmente il suo fiore, ma non subito. Dovrai aspettare, non qualche giorno, non un mese, ma un nuovo autunno e poi l'inverno, e finalmente un'altra primavera.

Quanto ti costava pazientare un po' la scorsa primavera?

venerdì 16 ottobre 2015

Ti chiamerò Arrivederci

Ti chiamerò arrivederci,
perché il pensiero di te mi scalda il cuore
la mancanza di te mi fa disperare

Ti chiamerò arrivederci,
perché il tesoro che eri è scomparso
sepolto e soffocato nella tua sofferenza

Ti chiamerò arrivederci
perché ciò che provo per te non potrà mai sparire
sepolto ma non soffocato nella mia sofferenza

Ti chiamerò arrivederci,
perché non credo negli addii
credo nei legami eterni.


venerdì 9 ottobre 2015

Il mio amico Kokoro

Rieccolo il cuore che batte! Furioso e prepotente! è diventato conscio del fatto che è lui l'unico serbatoio di felicità e di sofferenza. Solo lui può sopportare un gran dolore o alimentare una grande gioia! La mente si è fatta da parte, ha capito che avrà i suoi ruoli nelle cose che le competono. Ed ora il cuore batte, prepotente, l'unica parte del corpo che può battere e non può far a meno che battere! Ed io non posso fare a meno di vivere e vivrò per lui, per coltivarlo, per realizzarlo, per accarezzarlo e per dimostrargli che è grande davvero nonostante Elisabeth non lo pensi affatto, nonostante le illusioni della mente che cerca di soffocarlo e dar retta ad illusioni altrui e mie, nonostante tutto! Bentornato, sei stato nascosto per tanto tempo eh? la copertina della mente ti ha soffocato a sufficienza ed ora devi riprendere il tuo ruolo dominante! 

Che sensazione meravigliosa sentire i pensieri scendere lungo il collo, accarezzarlo e raggiungere il cuore. Lo sento grande ultimamente, infinitamente grande e ieri i suoi sguardi cupi me lo hanno rialimentato! Io sarò felice, per me, per lei, per i miei amici che tanto si stanno sforzando insieme a me! Tutti verso un unico vero obiettivo, che vi piaccia o no, la nostra comune felicità! Inseparabili come le maglie delle catene, come le trame dei tessuti, come l'ago con il filo, avanziamo ed intessiamo le lodi per la vita! 

mercoledì 7 ottobre 2015

Attraversare la sofferenza

Com'è complicato questo periodo. Affrontare le sofferenze della vita cercando di attraversarle ed approfondirle, cercandone le cause più intime, resistendo all'istinto che vede la mano allontanarsi dal fuoco per evitare di soffrire ed approfondire il comportamento della fiamma. Io ci voglio entrare nella fiamma, perché razionalmente so che è una fiamma fredda, che non può far male, son solo spilli di gelo che accecano il tatto e lo irrigidiscono. Io ci voglio affondare le dita in questa fiamma fredda, tastarne il nucleo ed accarezzarlo. Mi ricorda molto il castello errante di Howl, quando il suo cuore infiammato di blu gli viene estratto dal petto.


venerdì 2 ottobre 2015

Waking Life - Conflitti e Fiamme




Cosa sono i conflitti? E perché abbiamo bisogno di farli nascere o di spegnerli? Perché sprecare ottimo carburante quando si può usare in modo ancora più costruttivo? Quest'anno mi hanno insegnato che i conflitti non solo sono naturali ma a volte anche necessari. Per certi versi è una affermazione che stento a capire, e per altri invece l'ho intesa bene, vivendola sulla mia pelle.
Ora sono alle prese con un conflitto che è stato sotterrato, ma le fiamme sottoterra generano carbone, carburante ancora più infiammabile. Il problema, è quando ci si dimentica di aver le fiamme sotto i piedi o potenziali fiamme, pronte ad essere disotterrate e riaccese da una piccola scintilla...

C'è chi preferisce sotterrare ed attendere momenti più propizi, con la grandissima possibilità che non arrivino mai, e c'è chi come me che vuole bruciare tutto e subito, che vuole dar fiamme per poi lasciare che si estinguano e facciano finalmente ricrescere la splendida vegetazione!

Sotterrare i conflitti è qualcosa di veramente stupido. O forse è saggezza mascherata da stupidita?



domenica 19 luglio 2015

Tool - Prison Sex


Sesso da, paura toglie. Paura da, sesso toglie.

nel gioco delle paure, dell'animalità e del volersi bene nel trovare i segni che sia reale, tutti perdono.

lunedì 18 maggio 2015

Omar il marocchino

Sembra così irreale a volte la grande felicità che uno prova, confusa e attratta dalla mente, capace di rovinare tutto in così breve tempo, così tanto breve da rendere la felicità irreale... come se non si riuscisse in tempo a viverla ed a conservarne il ricordo...
Ti capita di ritornare a casa, a piedi dopo tanto tempo, tenendo la bici in mano con la voglia di fare una passeggiata al rientro da una riunione buddista, sentire una voce che ti richiama dall’angoscia dei pensieri chiusi e rimanere lì a goderti l’aiuto rivolto ad una persona che ha chiesto aiuto proprio a te... proprio nel giorno in cui hai deciso di tenere la bicicletta in mano, di andare a velocità umane così che magari gli altri possano raggiungerti e salvare te...
È così che nasce uno shakubuku, perchè vuoi condividere la felicità.. magari una felicità tanto nascosta, nascosta così bene da gustartela solo dopo che l’evento è ormai finito... come un sapore lasciato dall’ultimo togo che si è sciolto in bocca, sapendo che sarebbe stato l’ultimo togo...
Ora un treno lo attende per milano, como e poi la svizzera, un filo meno affamato almeno per oggi,  al riparo dallo stato che vuole rimandarlo a casa... Omar il marocchino e Stefano il sardo in un abbraccio che mi dispiace non averlo goduto fino in fondo..quasi...
Spero di ricevere presto la telefonata del suo arrivo...

Settimane passate a nascondersi dalla vita, in preda alla vergogna, al rimorso, ai rimpianti e la vita affamata di vita raggiunge te... attendevo queste lacrime da settimane... finalmente siete arrivate